Comunicato del gruppo consiliare "Per una cittadinanza attiva"
“Bagno a Ripoli, il giardino più delizioso di Firenze”. Così era.
Ora è il momento in cui il nostro territorio deve fare i conti con una metamorfosi che cambierà irreversibilmente il suo volto: la valle dell’Isone trasformata in altipiano, lo sproporzionato viadotto che taglierà in due l’Arno a Vallina, il mega deposito-officina della tramvia, adesso il centro sportivo della Fiorentina a Candeli, un insediamento turistico a Pieve a Ripoli, e molto altro ancora nel pacchetto dell’urbanistica, che è stato votato nel Consiglio comunale del 28 ottobre. Perché sia chiaro: non eravamo chiamati a decidere su “Centro sportivo sì, Centro sportivo no”, ma sul futuro urbanistico di Bagno a Ripoli.
Il leit motiv è sempre lo stesso: unilateralismo e progetti calati dall’alto; una congerie di richieste di privati, con la collettività che resta sullo sfondo.
Per la verità, il Sindaco, una sua idea di sviluppo della città, ce l’ha e l’ha dichiarata: “io sono per la grande Firenze”. E così, “ricucendo il margine urbano” di qui e “dando opportunità” di là, ecco che fa un piano di espansione edilizia. Ma lo fa alla chetichella, a macchia di leopardo: dice di non voler impegnare nuovo suolo (che è un principio della legge regionale), ma nei fatti fa l’esatto contrario.
Eppure finora Bagno a Ripoli, anche grazie a precise scelte politiche di amministratori virtuosi, era un territorio che si era mantenuto in gran parte verde e non eccessivamente edificato. I Sindaci che si erano succeduti avevano messo un freno all’avanzare dell’ulteriore espansione di Firenze verso l’Arno.
Ora si stravolge tutto quanto e Bagno a Ripoli da luogo agroecologico e pilastro verde del sistema metropolitano si appresta a diventare un quartiere di Firenze.
Non possiamo condividere questa idea né quella di “valorizzare” dei terreni dichiarati abbandonati, quando sono solo incolti e per anni sono stati tenuti lontani da mire speculative. La piana poteva essere sì riqualificata, ma lasciando inalterate la sua destinazione e la sua finalità di limite all’urbanizzazione di Firenze.
Qui il discorso coinvolge anche il Centro sportivo della Fiorentina. Il progetto non è ancora noto, per cui ogni discussione è prematura.
Ciononostante, chiederemo che, nella futura delibera di approvazione e nella convenzione, venga inserita una clausola di salvaguardia, cioè un vincolo di destinazione d’uso trentennale. Questo per evitare che l’edificazione a fini sportivi di oggi si possa convertire, domani, in qualcosa di diverso.
L’ultima considerazione è per l’anomala procedura sul Centro sportivo: ma come si può tollerare che il Sindaco avesse già assicurato e dichiarato pubblicamente che i terreni di Via del Padule sarebbero stati urbanisticamente compatibili, mettendo il Consiglio nella condizione di accettare quanto già deciso o far succedere un terremoto?
È desolante vedere che, in questa vicenda, il Sindaco ha assunto il ruolo di sensale e il Consiglio comunale quello di semplice ratificatore.
E l’approvazione, infatti, è stata più veloce di un giro sul circuito del Mugello…
Ma rincorrendo il fast, della democrazia, intesa come momento di confronto e di sintesi, non rimane che il simulacro.
Sonia Redini
Consigliere del Gruppo “Per una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”