Il Sindaco di Bagno a Ripoli Luciano Bartolini e i Dirigenti Scolastici dell'Iiss A. Volta, Ivan Gottlieb, e del Liceo Gobetti, Clara Pistolesi hanno scritto una lettera agli Studenti, alla Scuola, alle Famiglie e alla Comunità di Bagno a Ripoli.
Il Sindaco di Bagno a Ripoli Luciano Bartolini e i Dirigenti Scolastici dell'Iiss A. Volta, Ivan Gottlieb, e del Liceo Gobetti, Clara Pistolesi hanno scritto una lettera agli Studenti, alla Scuola, alle Famiglie e alla Comunità di Bagno a Ripoli:
“Un recente fatto di cronaca, che ha visto giovani studenti del nostro territorio coinvolti nell’uso e nello spaccio di sostanze psicotrope, pur nella distinzione di ruoli e responsabilità, impone all’intera Comunità locale una riflessione. Nessuno può pensare che il nostro territorio, che la nostra scuola, che la nostra Comunità sia un’isola felice risparmiata dal problema del diffondersi del fenomeno droga. Oltre che errata, una tale convinzione rischia di essere pericolosa, di coglierci impreparati, di farci abbassare la guardia. Non si tratta quindi di condannare, cercando di allontanare da noi il problema, ma di convincerci della sua esistenza, della sua contiguità al mondo giovanile e del fatto che la formazione delle nuove generazioni non può che avvenire attraverso un percorso condiviso tra insegnanti, studenti, famiglie, istituzioni, Comunità. In effetti l’uso di sostanze psicotrope è non solo espressione di disagio, magari individuabile e isolabile, ma è anche determinato dall’affermarsi di modelli distorti filtrati e legittimati da vecchi e nuovi media, di mode, dei miti giovanili, cui la collettività può rispondere solo con una battaglia educativa e culturale, che veda tutte le sue componenti assumere coerentemente le proprie responsabilità.
Alla famiglia anzitutto va forse il compito più pesante: acquisire la consapevolezza che anche i propri figli possono intraprendere strade sbagliate, che non tutti gli errori che essi fanno debbono essere giustificati con responsabilità di altri, e che la reversibilità di atteggiamenti pericolosi è proporzionale alla capacità di madri e padri di prevenire, leggere adeguatamente i comportamenti dei propri figli, dialogare, conoscere, correggere. La sola condanna o, come detto, l’attribuzione ad altri delle responsabilità servono solo ad acuire il problema.
Non può eludere le proprie responsabilità la scuola che, pur se indebolita da tagli e riforme penalizzanti, è sempre più oggetto delle aspettative sociali in termini di educazione e formazioni di nuove donne e nuovi uomini. Al personale scolastico, ai docenti in prima battuta, il compito di costruire un rapporto diretto con gli studenti, di impararne il linguaggio, di vigilare sui loro comportamenti cogliendo i segnali di disagio, non per giudicare, ma per costruire percorsi di maturazione possibili ed efficaci solo se agìti in stretta collaborazione con le famiglie e con i giovani stessi.
Vogliamo infine rivolgerci agli studenti: il vero esame di maturità per la vita lo supererete diventando protagonisti responsabili e critici di ogni vostra scelta, praticando il massimo rispetto verso voi stessi e verso chi vi circonda, mantenendo la capacità di distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è, ciò che è dannoso o pericoloso e prima di tutto mantenendo un atteggiamento autonomo rispetto ai media ed ai facili modelli di affermazione di sé. L'uso di stupefacenti comporta invece la rinuncia alla propria individualità e dignità e, al contempo, priva di quella lucidità necessaria a non essere rischiosi per la propria incolumità e per quella degli altri.
L’Amministrazione locale, le scuole, l’associazionismo del volontariato e culturale da sempre lavorano per rafforzare il senso della Comunità, di quell’insieme di fattori, di relazioni, di aspettative che costituiscono il collante del nostro essere non semplici individualità, ma parte integrante e viva di un organismo capace di far fronte a tanti problemi. In questa Comunità i giovani che hanno fatto le scelte responsabili possono diventare gli attori principali nel contrasto alle dipendenze, alla logica dello sballo. In questa Comunità i giovani che hanno sbagliato o che sono incerti sanno di poter trovare riferimenti, consigli, aiuti, mai esclusione o emarginazione.
È nostra intenzione, per favorire una riflessione comune su questi temi, organizzare un incontro con le famiglie, con gli studenti e con esperti presumibilmente alla fine di maggio”.