Comunicato del Gruppo "Per una cittadinanza attiva"
L’estate a Bagno a Ripoli è il periodo dei lavori agli edifici scolastici: se alla manutenzione ordinaria, poi, si aggiungono i lavori “straordinari”, quelli dei cantieri bloccati, con nuovi progetti e nuove gare, come alla scuola Redi, c’è molto da dire e da sapere!
Sì, perché i lavori alla Redi sembrano una storia infinita: siamo al secondo anno, con i cantieri fermi subito l’estate scorsa e nuove aule “di fortuna” ricavate in fretta, con spazi riadattati forzatamente per ospitare i ragazzi di 8 classi inagibili; promesse natalizie del Sindaco che ad inizio 2019 tutto sarebbe tornato a posto, per poi scoprire che il primo progetto doveva essere rivisto radicalmente e c’era bisogno di farne uno nuovo, risolvere il contratto di appalto con la prima ditta e indire una nuova gara.
Negligenze tecniche, cui ha fatto da contraltare una negligenza politica nella programmazione e gestione di questo intervento.
Ma c’è di più: ora, alla ripresa dei nuovi lavori, sempre sulle 8 aule dell’ala est della scuola, si viene a scoprire che, nonostante l’intervento sia altamente invasivo (se non c’è la completa demolizione, poco ci manca…), le nuove aule saranno “sismicamente migliorate” e “NON più adeguate”: la differenza è sostanziale e non solo terminologica!
Dunque, nonostante il grave e prolungato disagio, non solo non viene centrato l’obiettivo di avere una scuola adeguata dal punto di vista antisismico, ma neppure quello di dare quegli spazi aggiuntivi, per cui questa comunità scolastica è in sofferenza e che chiede a gran voce da anni!
Secondo la risposta ricevuta alla nostra interrogazione al Consiglio del 4 luglio, il Comune riallestirà l’aula di informatica (speriamo…), smantellata ad ottobre 2018 perché era in progetto, poi “rimangiato” dall’Amministrazione, di acquistare dei nuovi computer.
La nuova aula, che alla Redi serve per accogliere la classe in più, grazie all’aumentato numero di iscrizioni, altro non sarà che l’ex aula di musica, non interessata dai lavori, e quindi disponibile ad essere usata già dal 16 settembre.
Le uniche vere novità saranno gli infissi esterni, i frangisole, le porte ed il linoleum!
Allora, non può che essere stridente il confronto fra il totale speso dal Comune sulla Redi e sulla Granacci, due scuole di pari grado sullo stesso territorio comunale, con l’ulteriore precisazione che i numeri dell’utenza sono ben diversi (circa 300 ragazzi alla Granacci e più di 500 alla Redi): dal 2014 ad oggi alla Granacci sono stati investiti più di un milione di euro, mentre alla Redi 1 milione e 450 mila euro.
Peccato che, guardando dentro le cifre, ci si rende conto che alla Granacci sono stati fatti interventi altamente migliorativi (nuova palestra, nuova segreteria, nuovo campetto polivalente, nuova riorganizzazione interna per il progetto “Classi senza aule”) e ora ci saranno 130 mila euro in più per il rifacimento delle coperture e dei vialetti.
Alla Redi, invece, a parte la sistemazione della palestra nel 2017 (ma i bagni alla turca negli spogliatoi restano…) e l’acquisto di tablet, il resto degli “investimenti” è andato per l’intervento sull’antisismica. Siamo già a più di un milione di euro e ad essi andranno sommati gli 850 mila euro, che serviranno per completare il “miglioramento sismico” nell’ala ovest. Per finire tutti i lavori, perciò, rispetto ai 900 mila euro preventivati nel 2017, ne serviranno più del doppio! E dovremo fare un mutuo!
La domanda nasce spontanea: chi ci guadagna? Non i ragazzi della Redi, che avrebbero diritto ad una scuola adatta alle loro esigenze formative!
Rendere sicuro un edificio scolastico non può esser fatto passare come una scelta di lungimiranza politica! È una responsabilità politica del Sindaco garantirlo. La vera lungimiranza sarebbe stata quella di riqualificare un edificio scolastico, sede di una “buona scuola”, al netto del “miglioramento sismico”!
Al momento non possiamo che constatare che non c’è alcuna data precisa su quando verrà riconsegnata la scuola, salvo un generico “ad inizio anno scolastico” e che manca totalmente la volontà politica di cercare di provvedere alle necessità dell’Istituto: la Redi avrebbe bisogno di spazi in cui riunire la comunità scolastica, ma, al di là di tutto, chiederebbe solo di provare a ragionare sul futuro, anche edilizio, di questa scuola. Proprio ora che si sta mettendo mano al nuovo Piano Strutturale e che si potrebbe individuare, in ascolto della scuola, dove allargare la “nuova Redi”. Il Sindaco vorrà farlo?
Alla fine – detto con dispiacere – ci vuole fortuna anche nel nascere nella “zona giusta” di Bagno a Ripoli...